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L’’ordinanza numero 27 del sindaco di Roma non lascia dubbi: Le auto storiche sono state messe per sempre al bando dalla capitale.

La nuova fascia verde della capitale ora si estende quasi fino al raccordo anulare ed è la più grande d’Europa. Un territorio immenso che non fa distinzione fra le rare auto storiche, certificate a norma di legge, e le normali vetture vecchie, così, anche se le classiche a Roma sono appena 9.945 (su un totale di oltre 4 milioni di veicoli, quindi parliamo di una quota pari allo 0,25% del totale), non è stato fatto nessuno “sconto” sui blocchi. Neanche tenendo presente che le auto d’epoca percorrono a Roma annualmente lo 0,014% dei chilometri percorsi dai veicoli d’uso quotidiano. Dal 28 febbraio, infatti, le vetture storiche sono classificate solo come rottami, al pari degli autoveicoli benzina fino a Euro 2 o a gasolio fino a Euro 3. Insomma, nessuna considerazione per le auto che hanno fatto la dolce vita di via Veneto o i piccoli e amatissimi “cinquini”.

Ora l’Asi, i Registri Nazionali Alfa Romeo, FIAT e Lancia, e tutti gli enti certificatori di veicoli storici previsti dall’Art. 60 del Codice della strada hanno appena scritto una lettera aperta al sindaco, alla giunta, ai consiglieri di Roma capitale per richiamare l’attenzione sulla tutela del motorismo storico che è un asset importantissimo di sviluppo del paese. Si chiede di prendere esempio dalla Regione Lombardia, Piemonte, dal Comune di Milano, di Genova, Torino e tanti altri, dove sono attive deroghe per tutelare le auto storiche. Non si chiedono deroghe assolute alla circolazione, ma almeno per la sera, per i giorni feriali, festivi e prefestivi.

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